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Serena Armeli

INSULINA e INSULINO-RESISTENZA: DI COSA SI TRATTA?

L’insulina è probabilmente uno degli ormoni più conosciuti del corpo umano.

Scopriamo un po' di più a proposito e vediamo quali sono le cause, i sintomi, gli esami medici da fare e i consigli più importanti per prevenire e trattare l'insulino-resistenza.


Che cos’è l’insulina e come funziona?

L’ insulina è un ormone anabolico prodotto dal pancreas, dalle cellule beta, in risposta all'introduzione di cibo nell'organismo, in particolare di glucosio, ma non solo.


L'insulina ha un ruolo primario nel metabolismo dei carboidrati, in quanto, quando ingeriamo carboidrati il nostro apparato digerente li scinde fino a trasformarli appunto in glucosio che, attraverso l’intestino, entra nel sangue. A questo punto il pancreas produce insulina, che viene immessa nel sangue e, una volta entrata , preleva il glucosio presente e lo trasporta fino alle cellule (del fegato, dei muscoli, adipose, ecc.) per essere immagazzinato sotto forma di energia.

Nel muscolo e nel fegato, gli zuccheri verranno depositati come riserve di glucosio sotto forma di glicogeno e nel tessuto adiposo sotto forma di grasso.

Quando, e se, arriva il momento di utilizzare questa energia immagazzinata, entra in gioco un altro ormone, il glucagone, anch’esso prodotto dal pancreas, che stimola le cellule a rilasciare il glicogeno immagazzinato che viene riconvertito in glucosio e può quindi essere usato come combustibile.



Quando si crea una condizione di insulino-reistenza?

In un organismo sano dove tutto funziona bene, le cellule sono sensibili all’insulina e rispondono prontamente. Purtroppo, però, ci sono condizioni in cui le cellule in maniera graduale diventano resistenti all’insulina, cioè non rispondono più bene a questo ormone e quindi il meccanismo di immagazzinamento e rilascio del glucosio si altera. In questi caso si instaura una condizione dismetabolica di insulino resistenza (IR)

Questo accade quando l’organismo è sottoposto in maniera prolungata nel tempo ad una dieta molto ipercalorica , con consumo in eccesso di carboidrati e zuccheri, stile di vita sedentario, grasso corporeo elevato soprattutto a livello addominale (anche l'avanzare dell'età è un fattore predisponente)

Se non si interviene nel corso del tempo, in queste condizioni l’organismo produce costantemente insulina in quantità elevate e al contempo le cellule sono obbligate ad immagazzinare grandi quantità di glucosio. Inoltre, anche l’azione del glucagone viene inibita dalla presenza dell’insulina.

L’energia in eccesso che non viene consumata, verrà convertita in grasso che si depositerà nelle cellule adipose, nelle cellule di vari organi come fegato, reni, cuore, nel sangue e nell’addome dove crea il grasso addominale che è la forma più pericolosa di deposito di adipe del nostro corpo e si comporta come una ghiandola, producendo sostanze simili agli ormoni che interferiscono con il normale funzionamento di questi ultimi.


Nel momento in cui le cellule sono sature e, per un semplice meccanismo di difesa, smettono di rispondere all’insulina e rifiutano di immagazzinare ulteriore glucosio, il corpo risponde producendo quantità sempre più elevate di insulina , costringendo il pancreas ad un super lavoro che lo danneggia e lo usura precocemente. Quando si arriva a questo punto siamo già nell’anticamera del diabete.

A lungo andare, perciò, le cellule del pancreas perdono la loro funzione e questo determinerà un passaggio da condizione di pre-diabete a diabete mellito conclamato.


Quali sono le cause e i sintomi principali di insulino-resistenza?

CAUSE e FATTORI PREDISPONENTI:

  • Una condizione di sovrappeso o obesità caratterizzata da una distribuzione del grasso a livello addominale (viscerale)

  • Stile di vita sedentario

  • Dieta ipercalorica ricca in acidi grassi saturi, fruttosio e carboidrati

  • Qualità del sonno: dormire troppo poco e non avere una buona routine del sonno (ad esempio dormire di giorno o andare a letto ad orari irregolari),

  • Abuso di fumo e alcol

  • Eccessiva produzione di ormoni antagonisti: glucagone, cortisolo, adrenalina

  • Cause iatrogene: prolungata assunzione di corticosteroidi, anabolizzanti e GH fattori predisponenti (M. di Cushing, Sindrome dell’Ovaio Policistico)

  • Età superiore ai 45 anni

  • Familiarità per diabete mellito tipo II

  • Mutazioni genetiche

SINTOMI

  • Livelli alti dei trigliceridi: un livello superiore a 150 è considerato a rischio

  • Bassi livelli di colesterolo HDL: il cosiddetto “colesterolo buono” che è di fondamentale importanza per la nostra salute; quando il valore è al di sotto di 50 per le donne e 40 per gli uomini

  • Pressione alta: quando il valore è di 130/85 mmHg o superiore o si prendono farmaci per abbassarla

  • Alti livelli di zucchero nel sangue: oltre i 100-125 mg/dl o oltre i 125

  • Alti livelli di zucchero nel sangue a digiuno: questo può essere uno dei primi segnali che indicano lo sviluppo del diabete

  • Alti livelli di insulina

  • La circonferenza della vita : una circonferenza maggiore agli 88 cm per le donne e 100 cm per gli uomini aumentano il rischio di insulino-resistenza e di sindrome metabolica, anch’essa collegata all’insulino-resistenza.

  • Alterazioni della pelle e endocrine

In caso di insulino-resistenza già sviluppata molti dei sintomi sono simili a quelli del diabete:

  • forte fame (soprattutto di zuccheri e carboidrati) o sete

  • sentirsi ancora affamati appena finito di mangiare

  • formicolio alle mani e ai piedi

  • forte stanchezza

Quali sono gli esami esami da fare per scoprire una insulino-resistenza?

L’IR è una condizione spesso asintomatica, per riconoscerla clinicamente si valuta il dosaggio ematico dei valori di glicemia basale, insulina basale ed emoglobina glicata per valutare eventuali squilibri nel metabolismo dei carboidrati.

Un valido test da poter effettuale è la curva glicemica (OGTT) e insulinemica che consiste nella determinazione dei livelli plasmatici di glucosio e insulina.

Tra i test più usati per valutare la presenza di insulino-resistenza ci sono l’HOMA INDEX e HOMA-B%:


HOMA Index = (glicemia a digiuno x insulinemia a digiuno) / 22,5. I valori normali (cioè in soggetti non insulino resistenti) sono compresi tra 0 – 2.5

HOMA-B% = valuta la funzionalità delle cellule del pancreas.



Come agire con l’alimentazione?

Il primo aspetto su cui intervenire è quello della dieta, mettendosi nell’ottica di fare dei cambiamenti che accompagneranno per il resto della vita. Sicuramente l’alimentazione mediterranea è la miglior scelta da seguire. Ecco alcuni consigli:


Limitare:

  • cibi e bevande processati e lavorati industrialmente e in generale quelli ricchi di zuccheri e e grassi idrogenati (es merendine, dolci, molti cereali confezionati etc)

  • dolcificanti artificiali nella dieta (es. acesulfame, ecc.)

  • alcol

  • carboidrati raffinati

  • insaccati e carni lavorate tipo wurstel e salumi vari

  • Limitare i latticini e derivati

Ecco invece cosa fare:

  • Consumare cibi ricchi di fibre e a basso carico glicemico, come cereali integrali e legumi, verdura e frutta (scegliendone di poco zuccherina)

  • Assumere un adeguato apporto proteico nella dieta e ai pasti

  • Non abbondare con i carboidrati ai pasti e nella dieta

  • Limitare i cibi ricchi di grassi saturi e trans preferire quelli ricchi di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, così da assumere un giusto quantitativo di acidi grassi omega 3 (pesce azzurro, verdure a foglia larga, noci e mandorle) e riequilibrare il rapporto tra omega 3 e omega 6

Di pari passo a questi aspetti è importante il bilancio calorico per tenere sotto controllo il peso corporeo. Se c'è un eccesso di massa grassa, soprattutto se a livello addominale, è importante seguire una dieta ipocalorica.



Come agire attraverso l’attività fisica?

Nella gestione dell’insulino resistenza è fondamentale anche praticare esercizio fisico, integrando sia quello di tipo aerobico sia anaerobico, per esempio abbinando attività come la camminata ad allenamenti per il miglioramento della composizione corporea.


Grazie all'esercizio fisico praticato con regolarità si hanno diversi benefici:

• Miglioramenti della glicemia pre-postprandiale

•riduzione dell’emoglobina glicata

• Aumento della sensibilità insulinica

• Aumento della massa magra e riduzione di quella grassa,

• Miglioramento dei marker infiammatori


Attenzione però: se anche fai 30 minuti di attività al giorno ma poi rimani tutto il resto della giornata seduto, non è l'ideale! Anche se fai lavoro d’ufficio, o comunque devi stare seduto molte ore, cerca di fare delle piccole pause anche di pochi minuti una o due volte ogni ora per sgranchirti e attivarti. Muoviti spesso a piedi, usa le scale invece dell’ascensore, la sera dopo cena non coricarti subito a letto o sul divano.


Come agire con i farmaci?

Qualora l’intervento conservativo non si riveli sufficiente, la METFORMINA, farmaco utilizzato per la cura del Diabete Mellito tipo II, si è rivelato efficace anche nel trattamento dell’ inulino-resistenza, ovviamente previa valutazione specialistica e obbligo di prescrizione medica.



Conclusioni

Per concludere, l'insulina non è il male, né è in sé la causa del sovrappeso (anzi ha un ruolo molto importante per l'organismo), ma come tutte le cose, occorre mantenere un giusto equilibrio per restare in buona salute.


Per risolvere un'eventuale uno stato di insulino-resistenza, bisogna cambiare le proprie abitudini quotidiane e il proprio stile di vita, con un intervento a 360° volto al miglioramento dello stile di vita. Questo prevede la pratica di attività fisica regolare, un’alimentazione fondata sui principi della dieta mediterranea, opportunamente regolata sul proprio dispendio energetico, il consumo di adeguate quantità di fibre alimentari e l’esclusione di zuccheri raffinati e, più in generale, di alimenti ad elevato indice glicemico.


Spero che questo articolo ti sia stato d'aiuto per fare chiarezza e per trovare la risposta a tue domande o dubbi!




Dott.ssa Serena Armeli Moccia


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