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La soia fa male?

La letteratura medico scientifica nel campo della nutrizione non è priva di contraddizioni e, la

soia, non può certo costituire l'eccezione.


La soia rappresenta un ingrediente base della cucina tradizionale asiatica, utilizzato da migliaia

di anni. Nei Paesi occidentali, la soia è stata introdotta circa 100 anni fa e, recentemente, viene

utilizzata per la produzione di surrogati di carne e latticini, utilizzabili in alternativa a tali prodotti

di origine animale.


Da un punto di vista proteico, la soia contiene tutti e 8 gli aminoacidi essenziali, e le sue proteine

hanno quindi valore biologico e indice chimico vicini a quelli di alimenti di origine animale, per

questo può essere considerata una fonte proteica molto comoda e importante per chi segue

un'alimentazione vegetariana o vegana.


Ma da dove vengono i dubbi e le domande sugli effetti del consumo di soia?

Gli studi sugli effetti per la salute legati al consumo di soia si concentrano sui principali composti

fenolici fitochimici contenuti nella soia, gli isoflavoni. Gli isoflavoni hanno una struttura chimica

simile agli estrogeni, si legano ai loro recettori e per tali motivi, sono definiti fito-estrogeni.

Proprio dalla somiglianza con gli estrogeni umani nella struttura e nella funzione, è sorta la

preoccupazione che queste sostanze potessero avere effetti negativi su diversi aspetti della

salute umana, alterando la funzionalità ormonale e promuovendo tumori ormoni-dipendenti.


Cosa sappiamo?

1) I fitoestrogeni aumentano il rischio di cancro → Alcuni studi sembravano confermare queste

ipotesi, ma si trattava di studi condotti sui roditori (che metabolizzano gli isoflavoni in maniera

differente rispetto agli umani) e con altissime concentrazioni di isoflavoni, lontane da quelle che

si avrebbero all'interno di una dieta varia ed equilibrata. Dagli studi sugli esseri umani si è visto

invece che la soia aveva un effetto protettivo nei confronti di cardiopatie, osteoporosi, sintomi

della menopausa, ma sembra anche offrire protezione in caso di cancro al seno, alla

prostata, ovarico, gastrico e colorettale.

direttamente dal sito dell'AIRC: "Dagli studi sembra emergere che una dieta ricca di

fitoestrogeni (e quindi di legumi, frutta e verdura) offra qualche protezione anche a chi ha già

avuto una diagnosi di tumore, in particolare per quanto riguarda il tumore del seno. "

"Gli esperti sostengono che al momento, la strategia migliore è evitare gli eccessi in un senso o

nell'altro: niente paura dei fitoestrogeni, ma tanta consapevolezza e informazione."

"(Non bisogna dimenticare, infine, che quando si vuole valutare l'effetto dei fitoestrogeni

assunti con l'alimentazione si deve tener conto del fatto che ogni alimento ne contiene diversi"-non solo la soia- "è il loro insieme a dare l'effetto complessivo, positivo o negativo che sia)"

Inoltre, in caso di diagnosi di tumore, è comunque sempre bene parlare col proprio medico.


1) Gli uomini non dovrebbero consumare soia data l'elevata presenza di fitoestrogeni → Sono

stati pubblicati due casi clinici che descrivevano effetti femminilizzanti nell'uomo

presumibilmente verificatisi a seguito del consumo di soia. Tuttavia, in entrambi i casi, il

consumo giornaliero di isoflavoni era pari a 360 mg al giorno, nel contesto di una dieta

squilibrata e probabilmente carente di nutrienti poiché la soia rappresentavano la stragrande

maggioranza dell'apporto calorie. Infatti, non è stato nessun effetto sui livelli di estrogeni in

numerosi studi clinici, in cui gli uomini erano esposti ad un consumo inferiore (di 150 mg al giorno). Inoltre la ricerca ha mostrato che né i prodotti a base di soia né gli integratori di isoflavoni sono in

grado di influenzare i livelli di testosterone negli uomini. Al contrario, il consumo di soia sembra

essere in grado di ridurre il rischio di sviluppare il cancro alla prostata


2) Il consumo di soia causa alterazioni della funzionalità tiroidea → Anche in questo caso, vari

studi clinici hanno mostrato che non c'è alcun effetto della soia sulla tiroide in soggetti con

funzione tiroidea normale (a cui quindi non siano state diagnosticate disfunzioni tiroidee),

tuttavia, è importante assicurarsi di soddisfare il fabbisogno giornaliero di Iodio. In individui

ipotiroidei, il consumo di soia può aumentare la quantità di farmaci tiroidei necessari, non per

effetti sulla tiroide, ma perché le proteine della soia possono interferire con l'assorbimento del

farmaco. La soia non è unica in questo, infatti molte erbe, farmaci, integratori di fibre e di calcio

hanno effetti simili. Anche in caso di ipotiroidismo (ad eccezione dei bambini con ipotiroidismo

congenito) non occorre evitare la soia, ma, a titolo precauzionale, basta assumere assumere la

soia e i suoi derivati lontani dal farmaco ed eventualmente regolare i dosaggi, previo consulto

medico.


3)I bambini non dovrebbero consumare latte di soia → : Le prove delle ricerche cliniche

effettuate suggeriscono che né l'assunzione di soia né di isoflavoni influisce sui livelli di ormone

endogeno e le sostanze presenti nelle formulazioni per l'infanzia a base di soia non causano

effetti negativi sulla crescita, sullo sviluppo e sulla funzione riproduttiva. Il latte di soia risulta

essere di fondamentale importanza in lattanti vegetariani, lattanti affetti da intolleranza al

lattosio, galattosemia e allergia alle proteine del latte vaccino igE-mediata. Consigliabile risulta

essere l'utilizzo di bevande arricchite in Calcio, vitamina D e vitamina A.


4)Il consumo di soia causa carenze e/o squilibri minerali → FALSO: il Calcio contenuto nella soia

e nei prodotti a base di soia viene assorbito con tassi paragonabili a quelli del latte vaccino


Quindi, quanta soia mangiare?

Le linee guida per una sana alimentazione consigliano per sicurezza di tenersi su un quantitativo di isoflavoni giornaliero di non più di 80 mg al giorno, per soggetti sani (spesso si parla anche di un range tra i 75 e i 125mg, sempre al giorno). Questo equivale comunque ad un numero di porzioni di alimenti a base di soia che non andremmo a consumare giornalmente volendo anche solo dare varietà alla dieta! Sono circa 3.5 i mg di isoflavoni per ogni grammo di proteine derivanti dalla soia, perciò, per stare entro i consumi consigliati, i g di proteine giornalieri derivanti da soia dovrebbero stare sui 25g (25-50g considerando il range)


Alcuni dei benefici del consumo di soia

Sono stati riscontrati diversi benefici nel consumo regolare ed equilibrato di soia, eccone alcuni

-Riduzione dei livelli di lipidi plasmatici (colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi)

-Aumento dei livelli di colesterolo HDL (“buono”) nelle donne in menopausa

-Riduzione del rischio di cancro al seno

-Aumento della densità minerale ossea


Per concludere, ad oggi non sussiste l'esigenza di evitare la soia, ma, come per ogni alimento,

vale la raccomandazione generale di evitarne un consumo eccessivo: l'alimentazione deve

essere varia, quindi occorre astenersi da un comportamento alimentare in cui pochi alimenti si

presentano con frequenze e/o porzioni eccessive!


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